Hashtag come se non ci fosse un domani!
Continuando ad approfondire la mia conoscenza dei social, non riesco a fare a meno di notare il # (l’hashtag appunto!) che precede delle parole e spesso anche delle frasi lunghissime per esprimere dei concetti, del genere:
#oggimianonnahafattounapastabuonissima
Quindi inizio a cercare di capire come nasce, perché e quali sono le regole del suo utilizzo.
Scopro che questa forma di comunicazione si deve a Twitter, i cui fondatori capirono che il # (dall’inglese hash) – utilizzato per la prima volta da un utente per sintetizzare un concetto – poteva essere un sistema semplice per catalogare gruppi di conversazioni attraverso un’etichetta ( dall’inglese tag). Esso prende piede al punto da essere utilizzato come linguaggio universale sui social, diventando strumento per permettere agli utenti di seguire determinati argomenti o semplicemente per indurre l’intervento alla discussione. Ad un certo punto, un genio lungimirante, capendone le potenzialità, ha ben pensato di farlo diventare parte attiva della pubblicità: attraverso un hashtag si favorisce la partecipazione diretta degli utenti, gli si dà la possibilità di esprimere opinioni, li si stimola a dire la propria su un prodotto e, inevitabilmente, a provarlo! E’ interessante vedere la presentazione di Valentina de Caro in proposito (clicca qui), che permette di comprendere la forza degli hashtag e del loro utilizzo attraverso una case history del 2013.
L’hashtag però non è percepito da tutti allo stesso modo
- C’è chi lo considera strettamente legato ai social;
- Chi come un modo per esprimere il pensiero del momento;
- Chi come elemento di disturbo all’interno di discussioni;
A proposito dell’ultimo punto, il video Hashtag con Justin Timberlake e Jimmy Fallon (vale la pena vederlo!!!) è un esempio ironico di chi utilizza il # in modo spropositato, probabilmente senza essersi mai posto il problema sul suo reale e corretto utilizzo!
E questo mi porta all’ultimo punto: ci sono delle regole per l’utilizzo dell’hashtag nei social?
Esistono tantissimi siti dove è possibile trovare dei semplici accorgimenti per utilizzarli con profitto, permettendo di essere seguiti e (addirittura) di diventare virali, ma tendenzialmente è possibile riassumerli in 4 semplici regole:
- Specificità e attinenza: se si esprime la propria opinione su un argomento pubblico, l’hashtag deve essere correlato ad esso nel modo più specifico possibile, affinché sia facile creare una base comune di discussione;
- Non esagerare : aggiungere un hashtag ad ogni singola parola è controproducente e rende difficoltosa la lettura, il numero consigliato è tra uno e tre, più si è sintetici più sarà facile essere chiari e seguiti;
- Utilizzare hashtag celebri : per essere sicuri che il proprio post rientri nelle categorie già in uso, è bene utilizzare hashtag già affermati piuttosto che cercare di inventarne nuovi;
- Contestualizzazione : ogni social ha dei criteri specifici per l’utilizzo del #, attenersi ad essi, renderà i post adeguati al media che li ospita.
Quindi, visto che l’hashtag è un vero e proprio strumento per connettere persone con gli stessi interessi, è bene utilizzarlo con la consapevolezza della potenza che nasconde.
Stella Tripodi